“Nonna Mira, la vera appassionata di boxe in famiglia, metteva la sveglia alle tre di notte e chiamava mio padre e me (bambino) per vedere insieme i grandi incontri in diretta dal Madison Square Garden di New York. Con questa memoria, sono andato alla ricerca di quelle atmosfere e dei valori della grande Boxe degli anni Sessanta-Settanta”. Ed infatti, l’opera di Giuseppe Cardoni non è una raccolta di scatti realizzati in angoli diversi del mondo e lungo itinerari sensibili che rappresentano solo gesti atletici e momenti di competizione sportiva, ma è una descrizione coniugata a una personale interpretazione dei luoghi, degli spazi, degli ambienti che hanno delle loro specifiche caratterizzazioni.
Quando mi è stato chiesto di scrivere una riflessione da pubblicare all’inizio di queste pagine, la mia mente è corsa al bellissimo corpus di immagini dell’opera BOXE (2001, Contrasto/Roma) di James A. Fox, autore, secondo molti, del più bel fotolibro mai realizzato in Italia sul pugilato. Dice il fotografo inglese: “Non voglio che si pensi che le mie siano foto da fotografo sportivo, o che mi sia occupato solo di quello che accade all’interno delle dodici corde del ring. Quel che mi affascina è l’intero universo del pugilato”. Ed è l’atteggiamento che ha ispirato Giuseppe Cardoni, fotografo umbro di grande sensibilità che in Boxing Notes costruisce un affresco di visualizzazioni emozionali, in alcuni momenti di vera e propria poesia visiva, catturate in certi particolari territori della boxe, con lo sguardo e l’attenzione rivolti agli ambienti e agli aspetti umani che li connotano. Il momento atletico e competitivo, il gesto agonistico sono sempre sullo sfondo, sfumati dal trascorrere del tempo, tra passato, presente e futuro.
Nei territori del pugilato si raccontano storie di vita, di atmosfere, di lealtà, di rispetto delle regole, di riflessioni, di sensibilità e funzione sociale dello sport. Si pensi ai diversi momenti che si vivono in una palestra, ai legami dei pugili con la disciplina sportiva, a quegli ambienti singolari sui muri dei quali campeggiano la rappresentazione della forza fisica, della competizione, della drammaticità dei vissuti degli atleti, Non solo. Si rifletta sui riti della vittoria, al senso di smarrimento nel momento della sconfitta, al sapore amaro e triste che genera spesso disillusione e solitudine.
Giuseppe Cardoni dà all’osservatore la chiave di lettura per interpretare Boxing Notes, un lavoro che coniuga con armonia iconica l’aspetto fotografico con quello culturale. Scatti in bianco e nero raccolti in una trama di elevato profilo linguistico-espressivo nell’ambito di un progetto ideato, strutturato e realizzato con l’intento di rendere omaggio a uno sport che va scomparendo sull’orizzonte del tempo e “archiviare” contesti d’indagine di un mondo singolare. Una ricerca controcorrente, poco contemporanea, forse, addirittura, un progetto rischioso. Ma Giuseppe Cardoni che non teme il confronto, soprattutto quello fotografico e affronta con determinazione i problemi, si mette in gioco. Vara il progetto, ne studia i dettagli e prepara la realizzazione. E prende corpo Boxing Notes. Un book di immagini con al centro gli “ambienti”, in particolare le “atmosfere” della Boxe, disciplina sportiva che da tempo per molti è memoria e ricordi. Il nostro tempo non conosce o conosce solo in parte la Boxe, a molti giovani è sconosciuta, ma la nostra storia non può non tenerne conto perché è parte di essa.
Colpiscono di queste immagini le atmosfere che irradiano, la semplicità, le suggestioni percettive, le “cose” che non ci sono, quelle che non si vedono. Le presenze e le assenze. Un “lavoro” con un profilo decisamente culturale con il quale l’autore si esprime in termini di creatività artistica attraverso il linguaggio della fotografia. Una ricerca maturata anche per contribuire oltre che alla descrizione, anche alla storicizzazione di alcune pagine del nostro vissuto. Storia di storie che raccolgono e custodiscono la memoria di momenti intensi, sentiti, semplici e spontanei, in linea con l’Italia di quegli anni e offre al lettore un punto di riferimento per chi si avvicina e intende leggere le fotografie. Leggere nel senso di interpretare, penetrare nei significati, quelli visibili e quelli invisibili, carpirne i contenuti, che da una parte segmentano il territorio d’indagine nel quale si è mosso l’autore e dall’altra danno visibilità ad una serie di sensazioni e di percezioni che connotano certi particolari contesti. Forse, senza averne la consapevolezza, ha tracciato un percorso da esperto sociologo visuale.

15
order baclofen online